Portate alla luce nell'antica necropoli tentacolare egizia antiche sepolture altamente decorate con simboli e geroglifici rituali di oltre 4.000 anni fa...


a cura della redazione, 19 marzo

Gli archeologi hanno scoperto cinque tombe di alti funzionari nelle amministrazioni faraoniche dell’Antico Regno e del Primo Periodo Intermedio nella necropoli di Saqqara, 30 chilometri a sud-ovest del Cairo. Le pareti sono ricoperte da dipinti di alta qualità in ottime condizioni, i colori ancora vividi, nonostante siano trascorsi più di 4.000 anni, in alcuni passaggi di particolare rilevanza cultuale, indicano la voluta scelta cromatica del bianco, del rosso e del nero. 

Le tombe sono state trovate all’inizio di questo mese dalla piramide di Merenre Nemtyemsaf I (costruita intorno al 2490 a.C.). A segnalarlo, una nota del Ministero del Turismo e Antichità egiziano. I sepolcri in pietra sono riemersi durante scavi effettuati nell'area sul lato nord-orientale della piramide e sono stati ispezionati dal ministro del Turismo e delle Antichità egiziano, Khaled El-Enany, e dal segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziri.

Sebbene gli studiosi abbiano lavorato nel sito dallo scorso settembre, le tombe sono state scoperte solo all'inizio di questo mese vicino alla piramide a gradoni di Djoser. Per accedervi è necessaria una profonda discesa attraverso pozzi funerari, le cui pareti sono rivestite da geroglifici ben conservati raffiguranti animali sacri, materiali rituali come i sette oli sacri, offerte di cibo, iscrizioni geroglifiche, urne e simboli dell'aldilà. I giornalisti hanno dovuto essere calati nel pozzo funerario profondo con una fune su un argano.

Alcune delle tombe risalgono all'Antico Regno (2649 - 2150 a.C.), mentre altre risalgono al Periodo successivo, noto come Primo Intermedio (2150–2030 a.C.). Ogni tomba contiene il riferimento a titolature legate a governanti regionali, sacerdoti e alti funzionari di palazzo. La prima comprende un profondo pozzo funerario e una camera decorata con immagini che includevano altari e una rappresentazione del palazzo, nonché un sarcofago scolpito nel calcare. Nella nota diffusa dal ministero, si legge che il lungo corridoio porta a una camera appartenuta a un dignitario di nome "Iry", riccamente decorata. La seconda, caratterizzata da un pozzo funerario rettangolare, apparteneva, verosimilmente, alla moglie di un uomo di nome “Yaret”. 

La terza camera di sepoltura è stata attribuita a un sacerdote e purificatore, “Pepi Nefhany”, il cui pozzo funerario è profondo sei metri. Un quarto pozzo, della stessa misura, sembrerebbe essere stato costruito per una donna di nome “Petty”: "l'unica responsabile dell'abbellimento del re e sacerdotessa di Hathor". La quinta tomba dovrebbe essere stata allestita per un uomo di nome “Henu”, "sorvegliante e supervisore della casa reale" ed è costituita da un pozzo funerario rettangolare profondo sette metri. All’interno delle tombe gli archeologi hanno trovato più di 20 sarcofagi, oltre a numerose figurine, barche di legno, ceramiche, maschere e altri manufatti. Gli scavi sono ancora in corso. Quali altri misteri svelerà l'antica città del morti?


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Viali funerari di 4.500 anni fa sono stati identificati nell'Arabia Saudita nordoccidentale. I viali corrono lungo migliaia di tombe di pietra a forma di ciondolo e coprono circa 600 chilometri...


a cura della redazione, 17 gennaio 

I ricercatori della Royal Commission for AlUla in collaborazione con l’Università dell’Australia occidentale hanno scoperto una rete di strade lunga 170 chilometri in Arabia Saudita, che risalirebbe ad almeno 4.500 anni fa. I viali, che si ipotizza possano essere stati utilizzati per processioni rituali, sono fiancheggiati da antiche tombe a forma di ciondolo, che sembrano avere delle “code”, e  da tumuli ad anello circondati da un muro alto fino a due metri. L’indagine archeologica ad ampio raggio è stata condotta nell’ultimo anno, utilizzando immagini satellitari, fotografie aeree, rilievi del suolo e scavi per individuare i reperti. 

Dai risultati pubblicati sulla rivista The Holocene a dicembre, risulta che i “viali funebri” si estendono su grandi distanze nelle contee arabe nord-occidentali di Khaybar e Al-‘Ula, una vasta area che comprende 22.561 chilometri quadrati e contiene numerosi resti archeologici risalenti a migliaia di anni fa. Una zona dove, secondo Live Science, con l’ausilio di Google è stato identificato un numero presunto di tombe pari a 1 milione. Il team ha potuto per ora verificarne l’esistenza di circa 18.000 lungo i viali funerari, ma solo 80 di queste al momento  sono state campionate o scavate per la ricerca. 

Utilizzando la datazione al radiocarbonio, i ricercatori hanno determinato che un gruppo concentrato di campioni risaliva tra il 2600 e il 2000 a.C., sebbene le tombe sembra siano state riutilizzate fino a circa 1.000 anni fa. Intorno ad al ‘Ayn e al Wadi brevi tratti di viali sono interamente asfaltati e disseminati di una caratteristica roccia rossa, là dove dal pavimento dell’oasi si sale sugli altipiani circostanti dei campi di lava. Entrambi i tratti sono associati a pendenti particolarmente grandi. La stragrande maggioranza dei "ciondoli" lungo i viali funerari sono orientati perpendicolarmente al percorso, indipendentemente dal suo orientamento. Raramente, e senza alcuna relazione distinguibile con le loro dimensioni o la morfologia, sono orientati obliquamente. La posizione della coda dei tumuli rispetto ai viali, inoltre, suggerisce una loro funzione di guida, come una cometa, verso il monumento funerario, con una distanza media l’uno dall’altro tra i 4 e i 10 metri.

Le caratteristiche più sorprendenti di questi viali funerari sono i loro collegamenti a e tra sorgenti d’acqua perenni e il notevole numero di monumenti funebri costruiti attorno a molte oasi, in particolare quelle ai margini dell’Harrat Khaybar. Intervistato dalla CNN, Mat Dalton, autore principale dell’articolo, ritiene che “la rete di viali avrebbe facilitato i viaggi a lunga distanza e seguendo queste reti, le persone avrebbero potuto percorrere una distanza di almeno 530 chilometri da nord a sud”. Ci sono accenni di tali strade nell’Arabia Saudita meridionale e nello Yemen. 

Gli archeologi non sanno molto dei rituali legati a questi luoghi. I resti umani all’interno delle tombe sono stati trovati in cattive condizioni e alcune tombe sono state derubate, lasciandole prive di manufatti. Il ricercatore Eid Al-Yahya intervistato da Arab News, ha sottolineato però che ne esistono più di 100 modelli diversi a  Khaybar, conosciuto anche come Harat Al-Nar, ognuno con una forma architettonica distintiva, dove furono sepolti singoli individui o piccoli gruppi, con i corpi deposti in una posizione fetale. Poiché simili  monumenti non potevano essere aggiunti o allungati una volta che la coda e la testa dei “ciondoli” erano state costruite, i ricercatori ritengono siano stati progettati con un disegno ben preciso, pensando a una dimensione e una forma finali. Inoltre, i pendenti dello stesso tipo mostrano spesso raggruppamenti distintivi. Comunemente, coppie di dimensioni simili si fronteggiano lungo un viale, come gemelli orientati in parallelo, creando una sorta di “portale” visivamente impressionante.

“Queste tombe - spiega - simboleggiano le costruzioni fatte da persone che vivevano in prosperità, non in un deserto arido, e puntano verso il cielo, testimoniando una civiltà che aveva un’antica tradizione celeste”. Più o meno nello stesso periodo in cui furono costruite le tombe e i viali di Khaybar, gli antichi Egizi avrebbero costruito le loro piramidi, sempre che quelle della Piana di Giza non siano più antiche. In Arabia Saudita sono state trovate grandi strutture in pietra che risalgono a migliaia di anni prima e che non sembra abbiano ricevuto linfluenza neppure delle civiltà fiorenti in Mesopotamia, a nord dell’Arabia, dove troviamo grandi città e templi a forma di piramide, conosciuti come ziggurat.  Le strutture a forma di cancello chiamate mustatil furono costruite, infatti, 7.000 anni fa e potrebbero essere state utilizzate per un culto preistorico.


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